Castello di Chenonceau

Il castello delle Dame

Dolcemente adagiato sul fiume Cher, il Castello di Chenonceau è uno dei castelli più eleganti e romantici della Valle della Loira. Si trova nei pressi del piccolo villaggio di Chenonceaux, nel dipartimento Indre-et-Loire, ed è considerato un autentico gioiello del Rinascimento francese. È impossibile restare indifferenti di fronte alla sua favolosa collocazione sull'acqua, alla bellezza dei suoi giardini, all'incanto della sua architettura e alla sua affascinante storia, segnata da una successione quasi ininterrotta di donne illustri (da cui il soprannome di castello delle Dame) che lo hanno costruito, abbellito, protetto, restaurato e salvato.

Un po' di storia...

Il castello fu eretto tra il 1515 e il 1521, al posto di un vecchio maniero, per volere di Thomas Bohier (il tesoriere dei re Carlo VIII, Luigi XII e Francesco I), anche se in realtà a sovrintendere il progetto e i lavori fu sua moglie Catherine Briçonnet. Del complesso medievale restò solo la torre del mastio posta dinnanzi alla fortezza, che venne in gran parte ristrutturata. Alla morte di Bohier (1524) e della moglie (1526) il figlio Antoine dovette cedere il castello alla Corona, come pagamento dei debiti di cui era oberato il padre. Nel 1547, quando Enrico II salì al trono, lo donò alla sua amante, la bellissima Diana di Poitiers. Questa nel 1551 ricevette il prestigioso titolo di duchessa del Valentinois, diventando una delle donne più influenti della sua epoca. A lei si deve gran parte dell'attuale struttura, tra cui il celebre ponte sul fiume e uno dei giardini.

Dopo la morte di Enrico II, Diana fu costretta a cedere Chenonceau (in cambio del meno imponente Castello di Chaumont-sur-Loire) alla vedova del sovrano, la vendicativa Caterina de' Medici, che proseguì i lavori facendo costruire la galleria a due piani e aggiungendo il grande labirinto e il roseto occidentale. Durante la sua reggenza organizzò feste sontuose, suscitando la meraviglia di tutti. Caterina lasciò in eredità il castello a Luisa di Lorena, moglie del figlio Enrico III, che vi aggiunse la camera del lutto, una sala all'ultimo piano completamente dipinta e arredata in nero, dove si ritirò dopo l'assassinio del marito nel 1589. La morte di Luisa di Lorena (1601) segnò la fine della presenza reale a Chenonceau.

Tuttavia il castello conobbe il suo momento di massimo splendore nel XVIII secolo grazie a Madame Louise Dupin, che gli restituì i fasti di un tempo, trasformandolo in un brillante salotto e accogliendo scrittori, poeti, scienziati e filosofi come Montesquieu, Voltaire e Rousseau. Stando a quanto si racconta, durante la Rivoluzione francese fu l'affetto che i contadini della zona nutrivano per Madame Dupin a salvare la residenza dalla distruzione toccata ad altri manieri. Nel 1864 ne divenne proprietaria Marguerite Pelouze, che decise di fare del castello e del suo parco il teatro del suo gusto fastoso. Spese una fortuna per restituirgli l'aspetto che l'edificio aveva all'epoca di Diana di Poitiers prima che uno scandalo finanziario la portasse alla rovina. Dal 1913 è di proprietà della famiglia Menier, produttori di cioccolata, ed è aperto ai visitatori.

Il castello oggi

Classificato come monumento storico di Francia dal 1840 (il parco dal 1962), il castello oggi continua a brillare del suo antico splendore e della sua velata solennità. Capolavoro rinascimentale, è uno sfoggio di sontuosità in ogni dettaglio. Dal punto di vista architettonico, è composto da tre parti distinte: un edificio principale a due piani, fiancheggiato da torrette angolari, costruito sulle fondamenta di un mulino medievale; una lunga galleria appoggiata alla facciata sud della residenza e sostenuta da cinque archi che attraversano il fiume Cher; e la Tour des Marques, vestigia di un castello più antico.

All'interno le lussuose stanze presentano soffitti in legno a cassettoni, grandi e sfarzosi camini, mobili d'epoca, splendidi arazzi e magnifici dipinti realizzati dai più grandi maestri europei del XVI, XVII e XVIII secolo (Rubens, Primaticcio, Tintoretto, Correggio, Van Loo, Murillo, Clouet, Sassoferrato, Andrea del Sarto, Ribalta, Nattier, Veronese, Poussin, Van Dyck, Bassano, Zurbaran, ecc.) che riecheggiano la storia del castello e il ruolo di primo piano svolto dalle donne.

Una delle sale più suggestive è la Galleria Medici, con il pavimento a scacchi e il soffitto intarsiato, in cui sembra ancora di sentire il tintinnio dei calici, le chiacchiere, le risate e la musica, durante le grandi feste a corte. Situata al primo piano, riunisce una collezione unica di dipinti, arazzi, mobili e oggetti d'arte, tra i quali spiccano il quadro "Le Château de Chenonceau" di Pierre-Justin Ouvrié e l'arazzo di Neuilly "Le Cher". Tra le altre stanze si segnalano: la Sala delle Guardie, ornata da una serie di arazzi fiamminghi del XVI secolo; la camera di Diana di Poitiers, che custodisce una pregevole "Madonna con Bambino" attribuita al Murillo; la camera di Caterina de' Medici, impreziosita da un rarissimo insieme di arazzi e dal dipinto "L'educazione dell'amore" di Correggio; il salone Francesco I, che accoglie opere del Primaticcio e di Van Loo; e la Cappella, decorata da un complesso davvero eccezionale di vetrate del maestro vetraio Max Ingrand (che hanno sostituito quelle originali distrutte da un bombardamento nel 1944).

All'esterno il piazzale d'ingresso, cinto da fossato, è fiancheggiato da giardini voluti da Diana di Poitiers (a sinistra del ponte) e da Caterina de' Medici (a destra). Il Giardino di Diana è caratterizzato da due grandi assi perpendicolari e da altri due in diagonale che delimitano otto grandi triangoli di prato. Invece il Giardino di Caterina, più intimo, è formato da cinque pannelli ricoperti d'erba, raccolti intorno ad un elegante bacino di forma circolare e delimitati da cespugli di bosso. Oltre a questi due giardini, vi sono anche: il Giardino Verde, disegnato da Lord Seymour nel 1825 per la contessa di Villeneuve (allora proprietaria), che desiderava un parco all'inglese; l'Orto dei fiori, in cui vengono coltivate centinaia di varietà di fiori necessari per la decorazione floreale del castello; e il labirinto voluto da Caterina de' Medici, costituito da 2000 piante di tasso.

Per chi vuole concedersi una pausa o mangiare qualcosa al volo, all'interno della tenuta vi sono: diverse aree pic-nic, sia coperte che scoperte; il ristorante self-service Le Snack, situato nello splendido Bâtiment des Dômes, che propone pasti rapidi sulla terrazza ombreggiata e nella grande sala interna; e la Cave des Dômes, la cantina storica del castello, dove si può assaggiare il vino DOC Touraine-Chenonceaux prodotto nei vigneti che circondano il parco.

Giorni e orari di apertura

giorni di aperturaAperto alla visita tutti i giorni dell′anno orari variabili a seconda del periodo
1 e 2 gennaio - dall'11 aprile al 26 maggio - dal 2 ottobre al 5 novembre - 11 e 12 novembre - dal 23 al 31 dicembre9:30 - 17:30
dall'11 aprile al 26 maggio - dal 2 ottobre al 5 novembre - 11 e 12 novembre9:00 - 17:30
dal 3 gennaio al 7 aprile - dal 6 al 10 novembre - dal 13 novembre al 22 dicembre9:30 - 16:30
dal 30 maggio al 7 luglio - dal 28 agosto al 1 ottobre9:00 - 18:00
dall'8 luglio al 27 agosto - 8, 9 e 10 aprile - 29, 30 aprile e 1 maggio - 6, 7 e 8 maggio - 18, 19, 20 e 21 maggio - 27, 28 e 29 maggio9:00 - 19:00

Tariffe biglietto d'ingresso al castello

adultibambini da 7 a 18 annistudenti fino a 27 anni compresi
(con presentazione dela propria tessera)
Castello visita con brochure
(Giardini,Galerie des Dômes e Galerie des Attelages)
€ 15,50€ 12,50€ 12,50
Castello visita con audioguida
(Giardini,Galerie des Dômes e Galerie des Attelages)
€ 19,50€ 14,50€ 14,50

Informazioni utili - Come arrivare
Sito ufficiale: Château de Chenonceau - Tel.: +33 0820 20 90 90
Indirizzo: 37150 Chenonceaux
Come arrivare in auto: Autostrada A10 detta l’Aquitaine (uscita Blois o Amboise)
Come arrivare in treno: La stazione di Chenonceaux è situata all'ingresso del castello. E' servita dal treno Ter proveniente da Tours (30 minuti), che ferma anche alla Stazione ferroviaria TGV Saint-Pierre-des-Corps, dove arrivano i treni TGV da Parigi.
Accessibilità: accessibile alle persone con mobilità ridotta

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