Napoli a Parigi, il Louvre invita il Museo di Capodimonte

© Musée du Louvre

I capolavori del Museo di Capodimonte in mostra al Louvre di Parigi dal 7 giugno 2023 al 8 gennaio 2024

L'esposizione "Naples à Paris. Le Louvre invite le musée de Capodimonte" è un vero e proprio omaggio ai tesori del Museo di Capodimonte e un evento senza precedenti in quanto mai prima d’ora, un museo è stato oggetto di una mostra al Louvre.
Antica residenza dei sovrani borbonici, la Reggia di Capodimonte accoglie uno dei musei più grandi d'Italia nonché una delle pinacoteche più importanti d'Europa, sia per numero che per qualità delle opere d'arte custodite al suo interno. Il museo di Capodimonte è uno dei pochi della penisola le cui collezioni permettono di presentare tutte le scuole della pittura italiana e ospita inoltre un ricchissimo gabinetto di stampe e disegni (secondo in Italia solo a quello degli Uffizi), oltre a un notevole corredo di porcellane.

La mostra presenta circa 60 capolavori provenienti dal museo napoletano, tra i quali spiccano il Ritratto di Paolo III Farnese e la Danae di Tiziano, Il Ritratto di giovane donna (tradizionalmente noto come Antea) del Parmigianino, La Crocifissione di Masaccio, la Trasfigurazione di Cristo di Giovanni Bellini e la Flagellazione di Caravaggio.

Diversamente dalle altre mostre temporanee che si svolgono al Louvre, le opere del Museo di Capodimonte sono state collocate nei luoghi storicamente più iconici e illustri del museo: Salon Carré, Grande Galerie, Salle Rosa, Salle de la Chapelle e Salle de l'Horloge. La gran parte di esse si trovano proprio nella Grande Galerie, nell'ala Denon del Louvre, dove sono conservate anche i dipinti di Leonardo da Vinci e a pochi passi dalla sala che ospita la Gioconda. Non è richiesto un biglietto specifico per questa mostra, potrete visitarla acquistando un biglietto d'ingresso classico per le collezioni permanenti del Museo del Louvre.

La mostra sarà visibile al pubblico fino all’8 gennaio 2024, periodo in cui il Museo di Capodimonte sarà in cantiere per ristrutturazione (pur restando aperto). L’unione delle due collezioni offrirà ai visitatori uno scorcio senza precedenti sulla pittura italiana dal XV al XVII secolo, permettendo anche una visione nuova sia della collezione del Louvre che di quella di Capodimonte, che per sei mesi dialogheranno in un’unica grande mostra.

La mostra è stata curata da Sébastien Allard, direttore del dipartimento delle Pitture del Louvre, e Sylvain Bellenger, direttore del Museo di Capodimonte di Napoli, una partnership esclusiva ed originale che darà luogo ad un dialogo unico tra le due collezioni.

Quali opere di Capodimonte sono esposte al Louvre durante la mostra Naples à Paris e dove trovarle

In questa bellissima mostra, suddivisa in tre sezioni, potrete scoprire 33 dipinti di Capodimonte, tra i più grandi della pittura italiana assieme alla presentazione di scuole generalmente poco rappresentate - in particolare, la singolare scuola napoletana, con artisti dalla potenza drammatica ed espressiva come Jusepe de Ribera (chiamato anche lo Spagnoletto), Francesco Guarino o Mattia Preti. Queste opere sono esposte nel Salon Carré, nella Grande Galerie e nella Salle Salvator Rosa (Ala Denon, livello 1).

Oltre ai dipinti, inoltre, nella Salle de l'Horloge (Ala Sully, livello 2) sarà possibile ammirare una serie di disegni preparatori. Ricco di oltre 30.000 opere, il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe di Capodimonte deve parte dei suoi tesori a Fulvio Orsini, umanista, grande studioso e bibliotecario del cardinale Alessandro Farnese, detto il Gran Cardinale e nipote di papa Paolo III. Orsini fu il primo a collezionare una serie di disegni di studio e disegni preparatori, acquisendo tra l'altro quattro favolosi cartoni che erano considerati della mano di Raffaello e Michelangelo. Mosè davanti al roveto ardente di Raffaello e il Gruppo di soldati di Michelangelo sono infatti disegni preparatori alle decorazioni vaticane e oggi riconosciuti come rare opere autografe. Il cartone della Madonna dell'amore divino e quello di Venere e dell'Amore sono considerati opere eseguite nell'entourage immediato dei due maestri. Queste rarissime opere saranno presentate al Louvre in dialogo con famosi cartoni conservati nel Gabinetto dei Disegni del Louvre come la Santa Caterina di Raffaello o ancora il cartone de La Moderazione di Giulio Romano, il più stretto allievo e collaboratore di Raffaello, recentemente restaurato.

La collezione di Capodimonte è il frutto di una storia unica nelle collezioni italiane, che spiega ampiamente la diversità delle opere che vi sono presentate. Prima dell'Unità d'Italia (il Regno delle Due Sicilie vi è annesso nel 1861), tre dinastie hanno svolto un ruolo essenziale nella costituzione di questo insieme impressionante: i Farnese, i Borboni e i Bonaparte-Murat.

Raccogliendo quadri importanti come il Ritratto di Papa Paolo III Farnese con i nipoti di Tiziano e il Ritratto di Giulio Clovio di Greco, sculture e oggetti d'arte spettacolari - tra cui il Cofanetto Farnese, la più preziosa e raffinata delle opere di oreficeria del Rinascimento con la Saliera di Francesco I di Benvenuto Cellini, e le pregiate porcellane come il biscotto di Filippo Tagliolini, La Caduta dei Giganti - l'esposizione nella Salle de la Chapelle (Ala Sully, livello 1) permette di scoprire la ricchezza di questa collezione, riflesso e testimone delle diverse età d'oro del regno di Napoli.

Le 5 opere imperdibili della Mostra Napoli a Parigi al Museo del Louvre

Antea del Parmigianino

Scelta come simbolo della mostra sulla locandina ufficiale, Il Ritratto di giovane donna, meglio noto come l'Antea, è un dipinto a olio su tela del Parmigianino, databile tra il 1524-1527 o il 1535-1537 che rappresenta Antea, una famosa cortigiana romana, ricordata da Benvenuto Cellini e da Pietro Aretino. Questo ritratto, basandosi sull'identificazione tradizionale, era per lo più datato agli anni del soggiorno romano del Parmigianino (1524-1527).
La fanciulla, molto somigliante all'angelo posto alla sinistra della Madonna dal collo lungo (1534) degli Uffizi di Firenze, è ritratta su sfondo scuro e tagliata all'altezza delle ginocchia, secondo un nuovo formato verticale che si trova anche nel Ritratto di Pier Maria Rossi di San Secondo. La donna, dalla corporatura esile rispetto all'ampiezza della veste, ha i capelli raccolti in un'elaborata acconciatura con diadema e indossa due orecchini con pendente. Guarda verso lo spettatore con uno sguardo carico di intensità, e porta una mano al petto, con anello al mignolo, mentre l'altra indossa un guanto e, stringendo l'altro guanto, regge anche una pelliccia di visone appoggiata elegantemente sulle spalle. Il vestito è "alla francese", con una tunica fatta di stoffe pregiate, intessute d'oro, e le maniche a sbuffo sulle spalle, che diventano più aderenti lungo il braccio. Il polsino è pieghettato e ricamato e una catena pende accanto alla scollatura. La fanciulla indossa anche un grembiule finemente ricamato (lo "zinale").

La Crocifissione di Masaccio

Questa tavola mostra la scena della Crocifissione con tre "dolenti": la Vergine, san Giovanni e la Maddalena, rappresentata in ginocchio di spalle al centro (riconoscibilissima dal tipico vestito rosso). Quest'ultima è creata quasi unicamente dal suo gesto disperato, mentre allarga le braccia e piega la schiena. Cristo, guardato di fronte, pare abbia il capo completamente incassato nelle spalle, come arreso alla morte. In realtà la tavola va vista dal basso verso l'alto come quando era collocata nel suo sito originario, ed in questa prospettiva il collo appare nascosto dal torace innaturalmente sporgente. Anche il corpo, con le gambe disarticolate dal supplizio, appare sfalsato dalla prospettiva. Masaccio tentò di scorciare in prospettiva il corpo del Cristo, ma l'effetto sperimentale ottenuto fu più maldestro che illusionistico. La Madonna sta ora immobile ai piedi della croce, le mani giunte che si stringono nel dolore, erta in tutta la sua statura, nell'ampio mantello blu, come impietrita dall'angoscia. Sull'altro lato della croce sta San Giovanni con il capo mestamente reclinato sulle mani congiunte, ed il movimento delle braccia è sottolineato dal blu di una manica che contrasta con il rosso del manto. Ha il volto affranto e sembra sforzarsi per trattenere le lacrime. In alto sulla croce è posto l'albero della vita, simbolo della rinascita: quando Giuda si impiccò, l'albero rinacque. La scena sembrerebbe immobile — come se con il trapasso di Cristo anche il tempo si fosse fermato — se non fosse per la presenza della Maddalena che vediamo solo di spalle, i lunghi capelli biondi disciolti sul suo manto scarlatto, e pare aver fatto da poco irruzione nella scena ed agitarsi scomposta dal dolore.

Danae di Tiziano

La postura della Danae, con un braccio vicino al corpo e l'altro piegato lontano, richiama in modo chiaro la Leda di Michelangelo – dipinto ormai perduto e di cui rimangono solo copie ed incisioni – che sembra essere il primo modello della tela. In questa composizione è presente un Cupido che impedisce alla nutrice di raccogliere la pioggia ed evitarne la fecondazione. Dall'opera, comunque, Tiziano trasse un cartone che utilizzò per almeno ben sei versioni dato il gran successo che ebbe il quadro, giudicato eroticamente molto stimolante: la Danae veniva replicata ogni volta con piccole varianti, ora col Cupido ora con la custode, ora la pioggia ora lampi e fulmini, ora col cagnolino ora senza, ora col lenzuolo ora senza. Ogni cliente riceveva così una diversa versione. 

La Flagellazione di Cristo di Caravaggio

La Flagellazione di Cristo è un dipinto a olio su tela (286×213 cm) di Caravaggio, realizzato tra il 1607 ed il 1608. È considerata una delle opere più significative della maturità del pittore lombardo. Così come era consueto nello stile del Caravaggio, in questa tela compaiono i ritratti di alcuni uomini conosciuti dal vero, in questo caso probabilmente incontrato nel soggiorno napoletano, e che vengono riutilizzati anche in altre opere, come il carnefice a sinistra in secondo piano, che è il medesimo personaggio delle versione della Flagellazione oggi a Rouen e della Salomè con la testa del Battista oggi a Londra. L'opera fu sin dal principio particolarmente apprezzata dall'ambiente artistico napoletano, tant'è che ne fu richiesta una copia ad Andrea Vaccaro tutt'oggi conservata nella cappella del Rosario della chiesa di San Domenico, dov'era la tela del Caravaggio prima del suo definitivo spostamento a Capodimonte. 

La Trasfigurazione di Cristo di Bellini

In quest’opera è rappresentato il momento della trasfigurazione di Cristo sul monte Tabor alla presenza dei profeti Mosè ed Elia e degli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni. Con una interpretazione originale e moderna Giovanni Bellini immerge l'evento in uno spazio naturale che diventa parte integrante della scena, perdendo il ruolo di puro sfondo proprio di molte rappresentazioni quattrocentesche. Le foglie dell'albero a destra e i volti di Pietro e Giacomo sono il risultato di un antico rifacimento. L'opera è di importanza capitale per la nuova sintesi tra prospettiva e geometricità alla Piero della Francesca e il naturalismo che proprio a Venezia si andava scoprendo in quegli anni, ben percepibile nello straordinario sfondo. Nel cielo, in corrispondenza del volto luminoso di Cristo, sono raffigurate nuvole gonfie di vento da cui proviene la voce divina che lo proclama Figlio di Dio. La scena è infatti ambientata in un ampio paesaggio veneto, con colline e montagne che si perdono lontane all'orizzonte e numerose tracce di serena presenza umana, come la città sulla destra, il castello e il pastore con le mucche al pascolo a sinistra. La fusione tra figure e paesaggio, grazie alla costruzione tramite colore e luce che nasconde la linea di contorno, raggiunge qui un'altissima intensità poetica. La luce calda e intensa infatti sembra far partecipare ogni dettaglio, con la sua radiosa bellezza, all'evento miracoloso. L'episodio sacro è raffigurato in una dimensione sospesa, che coinvolge direttamente lo spettatore. 

Poter ammirare la collezione del Museo di Capodimonte al Louvre sarà un vero viaggio nell’arte che vi sorprenderà e renderà la vostra visita ancora più indimenticabile. Ragione di più per visitare, o rivisitare, il museo in questi mesi e le sue opere che restano uniche al mondo: il Louvre è sempre una buona idea!

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