Le opere di Jean Nouvel a Parigi

Le opere di Jean Nouvel a Parigi © Canva

Considerato tra i più importanti architetti del nostro tempo, Jean Nouvel è l'uomo che ha rivoluzionato il paesaggio architettonico francese. Nato a Fumel nel 1945, ha studiato architettura all'École Nationale Supérieure des Beaux Arts di Parigi, dove si è laureato nel 1972. Durante il suo periodo di studio ha lavorato con Claude Parent, celebre architetto francese, e successivamente con il filosofo-urbanista Paul Virilio. La sua impostazione deve molto all'esperienza fatta con loro. Dal 1994 dirige lo studio Ateliers Jean Nouvel, con il quale ha realizzato notevoli architetture contemporanee.

È stato definito "architetto e filosofo" per le sue riflessioni sull'architettura che s'ispirano al pensiero di diversi filosofi. Le sue posizioni forti e le opinioni alquanto provocatorie sull'architettura contemporanea nel contesto urbano, insieme alla sua immancabile capacità di conferire originalità a tutti i progetti che intraprende, hanno formato la sua immagine internazionale. Anche se non vuole essere considerato un designer, ma un architetto che fa design, Nouvel ha progettato diversi mobili e oggetti. Questo approccio al design è nato dall'esigenza di creare arredi adatti alla qualità della sua architettura.

Nel corso della sua cinquantennale carriera ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, fra i quali la medaglia d'argento de l'Académie d'architecture, il Grand Prix de l'architecture, il Wolf Prize e il Pritzker Architecture Prize. Le sue architetture sono sparse in tutto il mondo ma è a Parigi che ha espresso tutta la sua fantasia e creatività.

Scopriamo insieme i cinque grandi progetti architettonici di Jean Nouvel a Parigi, uno più affascinante dell'altro.

Institut du Monde Arabe

La sua prima realizzazione di spicco nella capitale francese è l'Institut du Monde Arabe, edificio che ha segnato una svolta per l'architettura francese sulla scena internazionale. Costruito tra il 1981 e il 1987, mescola elementi dell'architettura moderna araba e occidentale. Per la sua qualità architettonica e la ricchezza degli interni, rappresenta uno dei monumenti più prestigiosi di Parigi. Ciò che più colpisce dell'edificio è certamente la splendida facciata in alluminio e vetro, ispirata ai motivi ornamentali tipici dei musharabia (paraventi in legno scolpito), che richiama la tradizione araba. La parete è composta da diaframmi fotografici che filtrano la luce grazie a migliaia di cellule fotoelettriche. Ospita un museo dedicato all’arte e alla cultura islamica, una biblioteca multimediale, un auditorium e un centro culturale e linguistico.

Fondation Cartier pour l'art contemporain

La Fondation Cartier è un centro espositivo dedicato all'arte e alla cultura contemporanea. Nel 1994, dopo dieci anni trascorsi a Jouy-en-Josas, vicino a Versailles, la fondazione si è trasferita nello straordinario edificio in vetro e acciaio nel centro di Parigi progettato appositamente da Jean Nouvel. Situato lungo Boulevard Raspail, l'edificio è concepito come una scatola di vetro che produce un gioco evanescente di riflessi che cambia di continuo in base alle condizioni della luce e del cielo: grandi facciate vetrate mettono in relazione visiva gli spazi interni con il bel giardino che lo circonda. Lo stesso Nouvel ha affermato: "A volte mi chiedo se sto vedendo l'edificio o la sua immagine, se la Fondation Cartier è una questione di trasparenza o di riflessione". In questa cornice unica prendono vita mostre, convegni e produzioni artistiche.

Musée du quai Branly - Jacques Chirac

Dopo l'Institut du Monde Arabe e la Fondation Cartier pour l'art contemporain, Jean Nouvel torna a Parigi per realizzare il Musée du quai Branly - Jacques Chirac, uno dei progetti più geniali dell'architetto francese. Inaugurato il 23 giugno del 2006, il museo è dedicato alle arti primitive e alle civiltà "non occidentali". L'edificio è immerso in un rigoglioso giardino ed è concepito come la scenografia di un teatro che evoca l'atmosfera di una pièce o di un'opera lirica. È un museo costruito attorno alle collezioni: si presenta con caratteri non occidentali ma senza cadere nella banalità o nella parodia dell'architettura tribale. Tutto è curvo, fluido, trasparente e misterioso, per servire al meglio la missione primaria dell'istituzione: costruire ponti tra le culture, stimolare la curiosità e soddisfare le aspettative di pubblici diversi.

Philharmonie de Paris

Con la Philharmonie de Paris Jean Nouvel propone un'architettura innovativa che si inserisce perfettamente all'interno del Parc de la Villette, progetto altrettanto affascinante dell'architetto svizzero Bernard Tschumi. Inaugurata nel gennaio del 2015, comprende una sala sinfonica con 2400 posti a sedere, sale prova di diverse dimensioni, strutture educative e aree espositive temporanee. Lo spazio adibito ai concerti è stato progettato per garantire una prestazione acusticamente perfetta. Caratterizzata da un design futuristico, la Philharmonie presenta una facciata in alluminio con 340.000 piastrelle raffiguranti uccelli, suddivisi in sette forme diverse e quattro tonalità che vanno dal grigio chiaro al nero. L'edificio costituisce un complesso unitario con la Cité de la musique, progettata da Christian de Portzamparc e inaugurata nel 1995.

Tours Duo

E ultime, in ordine cronologico, le Tours Duo, i due grattacieli che sorgono nel XIII arrondissement, vicino all'Avenue de France e al Boulevard Périphérique. Le due torri, che rientrano fra gli interventi di riqualificazione urbana della Rive Gauche, sono alte 180 e 125 metri. L'originalità di questo progetto iconico, pensato per dare nuova linfa al quartiere, sta nella sua architettura atipica. L'inclinazione dei due edifici, che formano una V rivolta verso l'alto, unita ad una facciata ondulata e a specchi, produce un continuo gioco di riflessi con l'ambiente esterno. Al loro interno si trovano uffici ad uso misto, un bar, un auditorium, negozi, un giardino paesaggistico, terrazze piantumate, un ristorante e addirittura un hotel a quattro stelle disegnato dal celebre designer Philippe Starck.

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